il 13 settembre 2013 una ragazza indiana di 17 anni venne barbaramente trucidata dai familiari per il suo sogno d’amore proibito

Buongiorno, albeggia
e il mattino settembrino non scopre più il pudico sari
premuto su forme appena accennate dalla penna di Krishna,
la notte non porterà mai più via con sé i sogni che facevi per volare in alto,
perché l’unico modo per fuggire è restare qui per sempre,
dove non c’è posto per crescere e lavorare,
dove passi la giornata accanto al tuo amore lontano mille miglia,
lì da dove ci insegnavi il potere della parola casta,
dove non basta trovare il tempo giusto per far battere un cuore,
e il nostro disgusto sparirà con la notizia di domani
e nessuno ricorderà che con Gomathi si è sciolta la nostra civiltà.

Stai correndo, è buio,
corri sempre e non sai dove vai,
potresti essere quello che guida,
potresti essere quello sull’asfalto,
seguimi se ti piace, ma potrei essere il mio clone,
il professore è tornato quindi rientra in Occidente
e credo di avervi annoiato.

Non aggiunsero altri anni ai tuoi 17,
non ti raggiunse l’acido le viscere che la corda fu già tesa,
ogni colpo che vola cade giù una parola,
selvaggiamente bastoni negano identità,
grida la casa di Seevalaperi, giù a sud,
mentre brulica il Tamil Nadu,
vorrei che le grida fossero servite,
ne avresti gridate di più,
con l’inganno hanno fermato la tua corsa
per poi negare e confessare ciò che non riconoscono,
la figlia del contadino è viva.

Stai correndo, è buio,
corri sempre e non sai dove vai,
potresti essere quello che guida,
potresti essere quello sull’asfalto,
seguimi se ti piace, ma potrei essere il mio clone,
il professore è tornato quindi rientra in Occidente
e credo di avervi annoiato.

Buongiorno, albeggia
di nuovo a Seevalaperi
e c’è sempre tanto da fare nel Tamil Nadu,
forse si poteva fare di più, cari Ministri delle Priorità,
forse si poteva fare di meno,
millenni di danze favolose dentro al fiume
avvolti nella vergogna come pesci,
il suicidio non convince, nel villaggio non te lo puoi permettere,
l’avevi promesso al tuo dalit laggiù a Tuticorin tra le onde e le ciminiere,
griderà sempre Murugan e tutto il mondo
il nome di Gomathi, l’angelo straniero in casa propria.

Stai correndo, è buio,
corri sempre e non sai dove vai,
potresti essere quello che guida,
potresti essere quello sull’asfalto,
seguimi se ti piace, ma potrei essere il mio clone,
il professore è tornato quindi rientra in Occidente
e credo di avervi annoiato.

Antonio 30 settembre 2013

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su di me

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Ariano Irpino, Avellino, Italy
Antonio Oliva è nato nel 1985 ad Ariano Irpino (AV). Ha partecipato a numerosi progetti teatrali e musicali. Nel 2009 si laurea in Lettere Moderne e nel 2012 in Filologia Moderna presso l’Università Federico II di Napoli. Dopo diverse esperienze nel 2015 si abilita all'insegnamento presso lo stesso Ateneo. Ha lavorato a Roma e Bergamo e vive itinerando.
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