chi lo capisce?
Non vuole regole
né canovacci,
quelli li lascia
agli esattori
della miseria,
si barcamenano,
non hanno tempo,
non passano mai
accanto al cactus,
sotto l’acacia,
non sentite il creato che gioca a shangai?
Lui vuole solo
un momento di gloria,
soddisfazione
che resista al buco
che ha nell’anima,
e restare qui con te,
perché ora so chi sono,
sono finitezza ambulante,
ma dentro ho un’intermittenza di eterno,
io sono l’arabo felice,
e se muoio, poi rinasco,
io sono la fenice.
da "frantumi" e "le pagine del poeta" (pagine, roma 2010)
estate 2009
a
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