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Benevento, Hortus Conclusus |
Festa del sole
nel sole che guardi,
festa di un milione
di milioni di sbarchi,
non penso che il tempo
riesca ad entrare,
festa soltanto
qui con te.
Sai,
il tempo passa,
ma Lei non lo sa,
lì le cose
succedono per sempre
e l’eternità
soccombe a un bacio
perché l’hortus è chiuso
ma noi possiamo entrare,
basta lasciare il tempo
oltre il muro,
fuori dal cancello,
me l’ha detto Lui
con voce di fatina
di tutti i momenti felici,
Stellina richiama al silenzio come un film
secoli di Duchi, Principi e Papi,
proclami medievali e ceralacca,
fibule longobarde con sigilli d’oro.
Com’è possibile
fare sempre lo stesso giro
e arrivare
dov’era la partenza?
Danzano i tessitori sotto l’Arco
dove avremmo ritrovato i nostri anelli.
Guardami,
io ricordo perfettamente
tutto quello che accadrà:
il Vento porta nel mondo
la voce di un Poeta,
il Tempo passa
e il Poeta muore.
Muore?
Gladiatore sannita attende
l’ora dell’oblio che non arriva
a cavallo
né in carrozza senza cavallo,
siamo già dentro per mai più uscire,
stasera la luna è più calda del sole,
la koinè non offusca più i dialetti
come questo lampione le stelle
su cui poggia la controversa chiesa egalitaria
dopo templi egizi e dominatrici di serpenti
qui, tra fiamme e acqua santa nella pietra.
Godete
se la rete si gonfia,
ebbre di nettare
volate
sulle alte scope
tra rami e antenne,
aquile più non temete,
non più croci,
sulla nostra storia
solo luce,
acqua e luce.
ariano 24 giugno 2012
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