Una
volta addestrato alla bellezza
tutto
il resto non regge il confronto,
lo
sferragliare di queste strade,
la
sabbia,
come
noi, ma ora non voglio pensarci,
è
un brivido
lungo
la mia spina dorsale,
irregolare,
ma
certo,
se
per sopravvivere devo scrivere
e
per scrivere devo vivere,
meglio
se chiuso qui dentro con te,
senza
soldi, senza tv,
in
un turbine d’avorio
stando
fermi sopra il letto,
uno
per l’altra.
Faccio
muro
contro
gli altri,
in
dialetto
stupirò
l’amore
che mi hai dato e non mi hai detto,
la
luce che mi serbi per domani,
così
scendo dalle nuvole eccellenti
e
volentieri mi incontro col contorno.
Cinque
minuti e poi, e poi boh,
meraviglioso
scrigno e rarità,
storie,
abiti rosa,
sposa,
ballando
di te mi parla
ogni
minima scheggia d’amore
che
da ogni brandello di mondo
affiora,
schizzami,
e io troverò in ogni convenzione
la
scusa
per
celebrare una festa.
Vuoi
vedere tutte le parole
che
non sono ancora in grado di esalare?
Guarda
nei miei occhi,
e
io guarderò la luce,
e
la luce diventerà i miei occhi,
e
i miei occhi diventeranno ghiaccio,
e
il mio cuore come il fuoco.
da "frantumi" e rivista "cultura e dintorni" n.1
napoli 2009
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