Che sarà
di quelle due bambole
in soffitta,
andranno d’accordo?
Che sarà
degli scatoli pieni,
delle pagine scritte,
di quelli vacanti?
Sì, sono solo a metà,
ma mi calmo un po’,
lava di luna nelle
vene,
quando mi hai
pescato, rimesso in sesto
e sbrindellato
e abbiamo sputato in
faccia ai soldi
mentre facevamo l’amore
e guarendo la ferita
più profonda l’abbiamo rifatto
fasciando ginocchia e
legandoci insieme coi nervi,
che ne è stato del
Metrò?
Che ne sai
che cominciando un
giorno ad annoiarmi
mi divertivo di più,
di quando allegretto
ti dissi una volta
siamo due star,
se sono grande più
grande ma solo un poco
lo devo anche a te
e il romanzo di
formazione più bello
lo era meno di te,
dove sono
i baci i film i peluche i
regali saltati,
dentro di me?
Quando arriva
qualcuno che ignora dimentica o non ama la storia
ammazzalo te,
che una volta hai
tagliato la testa a un gigante
per far tagliare a me
tutto il resto,
che meno male che mi
hai mangiato
e io mi ubriacavo di
te,
quando uscimmo da
Dite io dissi
andiamo al caffè,
ricominciammo da zero
e mettemmo su un
numero nuovo,
poi di certo mi manca
quel nido da cui
non mi muovevo,
ma la notte si è
presa la luce
E-nel buio stai bene,
sì, ne abbiamo fatte
tante,
facciamo pure questa,
forse starà bene
nel bagaglio
formativo
che finalmente
disfarò.
E combattevo per me
per piacere
ma soprattutto per
te,
ora mi faccio le
nuotate in acque di merda
perché sono un
involucro vuoto
soprattutto se è
festa,
però rispetto
soprattutto i vuoti momenti
perché a quelli non
ci pensa nessuno
e se non volo vagherò
coi miei aneddoti,
ci giocherò e li
metterò a letto uno per uno.
16
agosto 2015